Gai-Jin (116 page)

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Authors: James Clavell

Tags: #Fiction, #Action & Adventure

BOOK: Gai-Jin
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Al posto della mano sinistra Sheeling aveva un uncino. Aveva perso la mano quando ancora era un guardiamarina, durante un viaggio lungo il fiume Yangtze per commerciare oppio, combattendo contro i pirati della flotta del Loto Bianco che erano andati all'arrembaggio della sua nave. In seguito era stato premiato per il suo eroismo. Dirk Struan, che il capitano venerava come un idolo, lo aveva salvato dall'abisso affidandolo al capitano della flotta, Orlov il Gobbo, con l'ordine di insegnargli tutto quello che sapeva.

“Sì, un tè” disse Sheeling con un sorriso, bevendone un lungo sorso.

“E' eccellente, Jamie! Come sai preferirei un whisky, ma dovrò aspettare fino a Honolulu. Ho intenzione di partire subito, sono venuto solo per...”

“Honolulu?” esclamarono Struan e Jamie praticamente all'unisono.

Non era una destinazione abituale per i loro velieri, che andavano e tornavano da San Francisco senza mai perdere tempo.

“Che carico avete?” chiese Malcolm, tentando di aggiungere “zio Sheeley”, come lo chiamava ai bei tempi della sua gioventù.

“Il solito, tè e spezie per San Francisco, ma ho l'ordine di consegnare prima della posta ai nostri agenti delle Hawaii.”

“E' un ordine di mia madre?” Sheeling annuì e lo guardò affabilmente con i suoi occhi grigi.

Non gli era sfuggito il tono della domanda e sapeva che tra madre e figlio vi erano problemi, perchè molti a Hong Kong chiacchieravano del fidanzamento di Malcolm e del veto di Tess Struan al matrimonio, ma aveva ricevuto l'ordine di non parlarne.

“Come vanno gli affari laggiù?” chiese ancora Malcolm, assalito nuovamente dall'ansia. “Ve l'ha detto?”

“No, la signora Struan mi ha solo ordinato di fare scalo alle Hawaii.” Una folata di vento fece sbattere le imposte. I tre uomini guardarono fuori dalla finestra. Il veliero a tre alberi ancorato in rada beccheggiava dolcemente, con le vele pronte per essere issate. Presto avrebbe affrontato ancora il mare aperto, cavalcando ogni tipo di vento. Erano fieri della Dancing Cloud e Sheeling si felicitava di comandare una simile regina del mare.

Poi riportò l'attenzione su Malcolm e si grattò distrattamente il collo con l'uncino. “Mi è stato ordinato di far rotta qui per la stessa ragione: posta!” Gli porse il pacco.

“Avrei bisogno di una ricevuta.”

“Certamente.” Malcolm fece un cenno a Jamie che cominciò a scriverla.

“Che notizie ci sono da Hong Kong?”

“Troverete tutto nel pacco, ma ho portato anche gli ultimi giornali, sia di Hong Kong che di Londra. Li ho lasciati nel vostro ufficio.” Sheeling finì il tè e si congedò in fretta. Era ansioso di partire per il suo quarto viaggio alle Hawaii, dove lo aspettavano belle ragazze, dal carattere gioioso e amorevole, e, a differenza di Hong Kong, Shanghai e qualsiasi posto avesse mai visitato, poco interessate al denaro. Questa volta, ma di nascosto, usando un altro nome, mi comprerò un pò di terra.

Quando l'anno prossimo andrò in pensione, voglio rifugiarmi li, ecco dove, di nascosto da tutti. Il pensiero di partire per sempre, lasciando a Londra la moglie bisbetica e quei rapaci dei figli, papà comprami questo, papà comprami quello, lo rallegrava.

“Intendevo dire le notizie locali di Hong Kong” insistette Struan.

“Oh. Ecco, anzitutto nella vostra famiglia stanno tutti bene, la signora Struan, vostro fratello e le vostre sorelle, anche se quando sono partito il giovane Duncan si era preso un altro brutto raffreddore.

Quanto a Hong Kong, le corse dei cavalli sono belle come sempre, si mangia sempre bene, gli affari della signora Fortheringill vanno a gonfie vele nonostante la recessione, e la Nobil Casa, come saprete meglio di me, mantiene la rotta nonostante i pettegolezzi probabilmente messi in giro dai Brock, ma è sempre stato così, niente di nuovo.”

Si alzò. “Molte grazie, ora è meglio che vada, se voglio prendere la marea.”

“Non volete fermarvi almeno a colazione?”

“No, grazie, devo proprio...”

“Quali pettegolezzi?” chiese duro Malcolm.

“Niente che meriti di essere riferito, signor Malcolm.”

“Perché non mi chiamate tai-pan come tutti gli altri?” sbottò con irritazione Malcolm, divorato dalla paura di ciò che poteva contenere la borsa. “Sono o non sono il tai-pan?” Sheeling non mutò espressione, voleva bene a Malcolm, lo ammirava ed era dispiaciuto per il fardello che doveva portare. “Sì, lo siete, avete ragione, è tempo che la smetta di chiamarvi “signor Malcolm”.

Ma, perdonatemi, vostro padre mi ha detto la stessa cosa dopo essere diventato tai-pan, pochi giorni dopo che l'uragano aveva ucciso... Il tai-pan, il signor Dirk. Come sapete, lui per me era una persona molto speciale, così ho chiesto al mio capitano, il capitano Orlov, il permesso di parlare con il signor Culum e me lo ha accordato.

Ho spiegato a vostro padre che avevo sempre chiamato tai-pan il signor Dirk, e gli ho chiesto se mi concedeva il favore eccezionale di chiamare lui signore, o signor Struan. Mi ha risposto che lo potevo fare. L'ho molto apprezzato. Potrei...”

“A quanto mi risulta il capitano Orlov chiamava mio padre “tai-pan”, e per lui il nonno era speciale quanto per voi, forse anche di più.”

“Questo è vero” ammise il capitano raddrizzando le spalle. “Quando il capitano Orlov è scomparso, vostro padre mi ha affidato il comando della flotta. Ho servito vostro padre con tutto il cuore, e farò altrettanto con voi e con vostro figlio se vivrò così a lungo. In via eccezionale, vi prego , mi concedete lo stesso favore che mi ha concesso vostro padre?” Sheeling era preziosissimo per la Nobil Casa. Tutti e tre lo sapevano, e conoscevano anche la sua inflessibilità. Malcolm annuì, benché la situazione lo addolorasse.

“Fate un buon viaggio, capitano.”

“Grazie, signore. E... buona fortuna, signor Struan, per tutto. Anche a voi, Jamie.” Mentre si avviava a grandi passi verso la porta, Malcolm spezzò il primo sigillo del pacco. La porta si aprì prima che il capitano ne afferrasse la maniglia. Era Angélique: indossava un vestito blu scuro, cappello, guanti e parasole. I tre uomini trattennero il fiato davanti alla sua bellezza.

“Oh, scusa, chéri, non immaginavo che fossi occupato...”

“Entra, entra pure.” Malcolm le andò incontro zoppicando. “Posso presentarti il capitano Sheeling della Dancing Cloud?”

“Là , monsieur, che bella nave, siete molto fortunato.”

“Sì, lo sono, signorina. Grazie” disse Sheeling restituendo il sorriso.

Mio Dio, pensò, non avendola mai vista prima, chi potrebbe biasimare Malcolm? “'Giorno, signorina.” Salutò e uscì rimpiangendo di dover abbandonare la compagnia.

“Mi dispiace interromperti, Malcolm, ma mi avevi chiesto di venirti a prendere per il pranzo con sir William. Come sai, nel pomeriggio ho una lezione di piano con André e alle cinque ho preso appuntamento per farci fare il dagherrotipo. Buongiorno Jamie!”

“Il nostro ritratto?”

“Sì, ricordi quel buffo italiano che è arrivato da Hong Kong con l'ultimo postale per fermarsi qualche tempo? E' lui che li fa, assicura che verremo benissimo!” Svanita gran parte della sua preoccupazione, Malcolm si lasciò ammaliare dalla presenza di Angélique, con la quale peraltro, solo un'ora prima, aveva bevuto il caffè nella sua stanza, un'abitudine instaurata da lei e che apprezzava moltissimo. Nelle ultime due o tre settimane gli era sembrata straordinariamente affettuosa, sebbene dedicasse molto del suo tempo a cavalcare, tirare con l'arco, prendere lezioni di piano, progettare feste, leggere il giornale preferito e a scrivere lettere, secondo lo stile di vita locale.

Comunque in tutti i momenti che trascorreva con lui era dolce e premurosa. Malcolm l'amava e aveva bisogno di lei ogni giorno di più: l'intensità dei suoi sentimenti per lei non finiva di stupirlo.

“E' appena passato mezzogiorno, il pranzo è all'una, cara. Ci concedi ancora qualche minuto?”

“Certo.” Angélique lo raggiunse con grazia, quasi danzando, lo baciò e si ritirò nelle sue stanze. Il suo profumo rimase sospeso nell'aria come un piacevole ricordo.

Malcolm aprì l'ultimo sigillo con mano tremante. Nella borsa vi erano tre lettere, due di sua madre, indirizzate a lui e a Jamie, e la terza di Gordon Chen, il loro compratore, suo zio. “Ecco.” Con il cuore che batteva all'impazzata porse la lettera a Jamie. Avrebbe voluto che Sheeling non fosse mai arrivato, quelle due lettere gli bruciavano tra le dita.

“Vi lascio solo” disse Jamie.

“No. Per le cattive notizie ci vuole compagnia.” Malcolm sollevò lo sguardo. “Aprite la vostra.” Jamie ubbidì e la lesse rapidamente.

Arrossì.

“E materia privata, Jamie?”

“Dice: “Caro Jamie”, non si rivolge a me così da molto tempo “mostrate pure questa mia a Malcolm, se credete. Non appena riuscirò a svincolarlo dal nostro ufficio di Shanghai, manderò Albert MacStruan.

Lo considererete vostro vice e gli insegnerete tutto quello che sapete sulla nostra missione in Giappone, cosicché possa degnamente sostituirvi quando lascerete la Struan, sempre ché non si verifichino due circostanze: la prima è il ritorno di mio figlio a Hong Kong entro Natale, la seconda che voi lo accompagniate”.” Jamie lo fissò smarrito. “E' tutto, segue la firma.”

“Questo non è tutto” disse Malcolm infuriato. “Appena Albert arriva qui, tornerà indietro, per Dio.”

“Non c'è niente di male se si ferma qualche giorno a dare un'occhiata in giro. E' un bravo tipo.”

“Mia madre è... non avrei mai pensato che potesse essere tanto crudele: se non ubbidirò, se non mi sottometterò, voi sarete licenziato. Vero?” Il suo sguardo corse alla cassettiera. Con immensa fatica nelle ultime settimane si era limitato a una dose al giorno. Con qualche strappo alla regola. “Prendete il laudano evitando gli eccessi, Malcolm” gli aveva detto il dottor Babcott, “è una panacea per il dolore.”

Aveva insistito che Malcolm gli mostrasse la medicina, non per togliergliela ma per controllarne il contenuto. “E' un concentrato. Badate, non può essere considerato una cura e in alcune persone provoca dipendenza.”

“Non è il mio caso. A me serve per sedare il dolore. Se mi fate passare quello, non ne prenderò più.”

“Vorrei poterlo fare, amico mio. I vostri organi interni sono stati gravemente lesi, anche se non in modo irreparabile, grazie a Dio, ma ci vorrà del tempo perchè guariscano.” Troppo tempo, pensò Malcolm. Che la mia condizione sia peggiore di quanto Babcott non voglia ammettere? Guardò le due lettere restio ad aprirle. E ripugnante che mia madre usi Jamie per colpire me.

“Che schifo.”

“Lei ha certi diritti” disse Jamie.

“Lei non è il tai-pan, io lo sono. Il testamento di mio padre è chiaro.” La voce di Malcolm era debole, appannata come i suoi pensieri.

“Ma forse il vecchio zio Sheeley ha ragione, quel titolo bisogna guadagnarselo, è così?”

“Voi siete il tai-pan” lo rassicurò con dolcezza Jamie, pur sapendo che non era vero. “E strano che il capitano abbia parlato di Orlov, non pensavo più a lui da anni. Chissà cosa gli è capitato.”

“Sì” disse Malcolm assente.

“Quel poveretto era marcato a vista dopo aver fatto affondare il figlio prediletto di Wu Sung Choi. Non avrebbe dovuto sbarcare a Macao da solo. Sarà stato rapito dai pirati del Loto Bianco. Macao è un posto infernale, da li non è difficile entrare in Cina, ed è piena di spie del Loto Bianco. Non vorrei proprio essere sulla loro lista nera ...”

La sua voce si spense. Abbassò lo sguardo sulle lettere, assorto nei pensieri.

Jamie attese qualche istante, poi si alzò.

“Chiamatemi se posso esservi d'aiuto. Vado a controllare il resto della corrispondenza.”

Malcolm non sentì la porta che si chiudeva.

La lettera della madre non conteneva alcun messaggio segreto, perchè si concludeva con il poscritto “Ti voglio bene”:

 

Mio carissimo e prodigo figliolo, avevo deciso di venire con la Dancing Cloud, ma all'ultimo momento mi sono trattenuta perchè Duncan si è nuovamente ammalato di difterite. Le parole scritte, d'altra parte, hanno il vantaggio di non poter essere fraintese.

Ho ricevuto le tue sconsiderate lettere in cui mi parli di ciò che farai e non farai, del tuo “fidanzamento”, di Jamie McFay, della signorina Richaud, eccetera. Quanto alla questione dei cinquemila fucili ho subito cancellato lo stravagante ordine.

E giunto il momento di prendere decisioni definitive. Poiché non sei qui e non fai quello che ti chiedo, le prenderò da sola. Per tua informazione riservata, ne ho il diritto.

In punto di morte, tuo padre, pover'uomo, sapendo che non avrebbe vissuto fino al tuo ritorno, poco prima di esalare l'ultimo respiro mi ha nominata de facto tai-pan, in accordo con tutte le clausole del testamento di Dirk e della Successione, alcune davvero terribili, che devono essere sottoscritte di fronte a Dio, tenute segrete e tramandate di tai-pan in tai-pan. Era comune intenzione mia e di tuo padre di passarti lo scettro al momento del tuo ritorno.

Una delle leggi di Dirk recita: E' dovere del tai-pan giurare assoluta fiducia nell'integrità del suo successore. Per ora, non posso garantire la mia fiducia nei tuoi confronti. Quanto sopra, e quanto segue, deve restare di tua esclusiva conoscenza, perchè se venisse divulgato danneggerebbe gli interessi della Struan.

Distruggi dunque la lettera dopo averla letta.

Con il postale per la Scozia di oggi, ho offerto il titolo di tai-pan a tuo cugino Lochlin Struan, figlio dello zio Robb, ponendo quattro condizioni: primo, che venga subito a Hong Kong per seguire un tirocinio di tre mesi. Come sai, ha molta esperienza riguardo alle operazioni della nostra compagnia, molta più di te per quanto riguarda la Gran Bretagna, anche se tu sei di gran lunga più adatto e hai ricevuto una preparazione migliore; secondo, che mantenga il segreto sull'intera faccenda; terzo, che alla fine del periodo di prova accetti che sia io a scegliere definitivamente davanti a Dio tra voi due, e ovviamente la mia decisione sarà vincolante; quarto, che se tu tornerai in te, lui dovrà accettare la tua nomina, ma rimarrà candidato alla tua successione in caso tu non abbia figli, e il diritto di Duncan sarà subordinato al suo.

Tornare in te, figlio mio, significa rientrare a Hong Kong, al più tardi per il giorno di Natale, accompagnato solo da Jamie McFay (e dal dottor Hoag, se vorrai la sua compagnia) per discutere i tuoi progetti futuri, per prendere le urgenti decisioni che ci riguardano e per prepararti ad assumere il ruolo
per il quale sei stato preparato da quando sei nato. Se dimostrerai di essere all'altezza, ti nominerò tai-pan nel giorno del tuo ventunesimo compleanno, il 21 maggio.

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