“Otami-sama” disse lo shoya, che non aveva notato in Hiraga nessun cambiamento essendo a sua volta stordito, “i miei signori vi saranno grati quanto me. Quando avremo finito di esaminare tutti i vostri brillanti pensieri e le vostre idee, mi concederete la possibilità di porvi alcune brevi domande?”
“Certo” rispose Hiraga, felice per il roseo futuro. Più domande mi farà, meglio sarà, mi costringeranno a capire per primo. “Magari quando avrete altre notizie su Ogama, Yoshi, gli shishi o sulla donna, quella dello shuriken.“
“Farà del mio meglio” rispose lo shoya, contento di aver stretto un patto. Poi tornò su un punto non affrontato dalla conversazione ed essenziale per la comprensione dell'enigma. “Per favore, posso chiedervi cos'è questa società per azioni e a cosa assomiglia?”
“Non lo so” rispose Hiraga.
“Bene, siete puntuale, signor Struan” disse burbero l'ammiraglio Ketterer. E' insolito per un mercante.” Stava per dire “trafficante”, ma decise che non gli sarebbe mancato il tempo di dargli la stoccata.
“Accomodatevi. Porto?”
“Preferirei un goccio di sherry, grazie, ammiraglio.” L'attendente gliene versò un bicchiere, riempì di porto quello dell'ammiraglio e uscì. Diffidenti, i due uomini alzarono i bicchieri in un brindisi. Sulla scrivania vi erano solo un documento ufficiale, una busta aperta e una lettera con la grafia di sua madre.
“Che cosa posso fare per voi?” chiese Malcolm.
“Come già saprete, nel corso della nostra missione nella baia di Mirs alcuni dei miei marinai sono rimasti vittima delle cannonate sparate da terra dai pirati cinesi. Quei cannoni erano di produzione britannica.”
“L'ho letto sui giornali, ma non so per certo se i cannoni fossero di produzione britannica.”
“Io sì. L'ho verificato personalmente.” L'ammiraglio afferrò con aria grave il documento. “Le prime indagini del governatore indicano come probabili responsabili la Struan o la Brock.” Malcolm alzò senza paura lo sguardo sul florido viso del vecchio.
“Ammiraglio Ketterer, il governatore può indicare chi vuole, ma dovrà sostenere le sue accuse con buone prove se non vorrà scatenare una dura reazione da parte nostra, e ancora più dura da parte dei Brock. A me non risultano contatti di quel tipo, e in ogni caso la vendita di armi non è proibita dal Parlamento.
E Norbert Greyforth?”
Jamie lo aveva avvisato che Greyforth era stato convocato dall'ammiraglio alle dieci e trenta, era apparso solo alle undici e l'incontro non era durato che qualche minuto.
Al ricordo della violenta risposta di Greyforth, Ketterer si innervosì.
“No, quell'impertinente rifiuta di discutere l'argomento. E voi?”
“Non so di che cosa vogliate discutere, ammiraglio.”
“Dell'importazione e della vendita di armi e cannoni agli indigeni.
Di navi da guerra. E di oppio.” Malcolm misurò le parole. “La Struan commercia in Cina nel rispetto delle leggi britanniche. Nessuno degli articoli che avete menzionato è vietato dalla legge.”
“L'oppio lo sarà presto” scattò l'ammiraglio.
“Quando accadrà, ne abbandoneremo il commercio.”
“E contro la legge cinese e contro la legge giapponese!”
“La Struan non commercia oppio in Giappone, anche se non è contro la legge britannica.”
“Ma ammettete che si tratta di un commercio pernicioso e immorale.”
“Sì, tuttavia al momento ha l'approvazione del governo di Sua Maestà e sfortunatamente è l'unica merce che possiamo scambiare con il tè cinese, da cui il Parlamento ricava imposte immense.”
“Sono ben consapevole del problema cinese.
Chiedo a voi e alla vostra compagnia di anticipare la legge accettando volontariamente fin da ora di non importare oppio in Giappone.”
“Noi non importiamo oppio in Giappone.”
“Bene. Se vengo a scoprire che una nave trasporta oppio, intendo confiscare sia il carico che la nave.”
“Lo fareste a vostro rischio di conseguenze legali, ammiraglio. Sir William concorda con voi e ha approvato la vostra intenzione?”
“Non ancora. Vorrei che voi e gli altri trafficanti... mercanti accettaste spontaneamente. E lo stesso vale per i fucili a retrocarica, le munizioni, i cannoni e le navi da guerra.”
“Greyforth ha accettato questa proposta?“
“No.”
Malcolm si concesse una pausa di riflessione. Lui e Jamie, prevedendo quale sarebbe stato l'argomento di cui Ketterer voleva parlare, oltre alla lettera di sua madre, ne avevano già discusso. “Avremo una riunione con sir William tra qualche giorno” disse. “Sarei onorato se voleste prendervi parte come mio ospite personale. Così tutti i mercanti potranno ascoltarvi direttamente.”
“Le mie opinioni sono già note. Tutti voi mercanti dovreste ben sapere in che piatto mangiate, che se non ci fosse la flotta a proteggere le vostre rotte commerciali sareste spacciati. Fornendo cannoni alla popolazione indigena mettete in pericolo la Marina Reale, li aiutate ad affondare le vostre stesse navi, a uccidere i vostri connazionali e a prendervi in ostaggio!”
“Se prendete a esempio l'India o gli altri paesi...”
“Appunto, signor Struan!” sbottò l'ammiraglio. “Se gli indigeni non avessero avuto le armi non sarebbe accaduto il grande ammutinamento, le rivolte verrebbero domate molto più in fretta ovunque, e i selvaggi di tutto il mondo potrebbero essere educati con minor fatica, ogni genere di commercio utile verrebbe svolto in pace e la pax britannica avrebbe già imposto l'ordine al mondo intero.
E quei miserabili fornicatori dei pirati non avrebbero gli strumenti per far fuoco sulla mia ammiraglia, per Dio! Senza il controllo sui mari della Marina Reale non sarebbe possibile nessuna pax britannica, nessun impero britannico, e nessun commercio e torneremmo al Medioevo!”
“In tutta confidenza, ammiraglio, credo che abbiate ragione” disse Malcolm, fingendo un improvviso fervore.
Seguiva il consiglio dello zio Chen: “Quando un mandarino si arrabbia con te, per qualsiasi ragione, dimostrati subito e in tutta confidenza d'accordo, lo potrai sempre assassinare dopo, nel sonno”.
Nel corso degli anni si era spesso trovato coinvolto in discussioni come quella con ufficiali della marina e dell'esercito e funzionari governativi.
E aveva spesso assistito ai litigi tra suo padre e sua madre, l'uno a favore del libero scambio, l'altra della moralità, l'uno infuriato contro l'insolubile triangolo dell'oppio, l'altra contraria all'oppio e alle armi.
Entrambi avevano ragione ed entrambi erano inflessibili, così il litigio finiva sempre nello stesso modo: Tess con un odioso e raggelato sorriso stampato in volto e Culum ubriaco fradicio dopo aver concluso: “E' stato il mio vecchio, il tuo principe azzurro, il grande diavolo dagli occhi verdi Dirk Struan a dare inizio al traffico d'oppio grazie al quale ci siamo arricchiti, che Dio ci aiuti!”.
Malcolm non aveva mai trovato il coraggio di chiedere apertamente alla madre se in realtà non fosse stata innamorata di Dirk anziché di Culum e se non si fosse accontentata del figlio soltanto perchè con il padre non era possibile. Ma sapeva che anche se avesse trovato il coraggio di chiederglielo, lei si sarebbe limitata a rispondere con un sorriso gelido: “Malcolm, non dire assurdità”.
“In tutta confidenza, avete proprio ragione, ammiraglio” ripeté.
A Ketterer andò di traverso il porto, tossì e riempì nuovamente il bicchiere. “Bene, almeno questo, per Dio!
“ Alzò lo sguardo sul giovane.
“E farete in modo che la Struan non venda armi in Giappone?”
“Considererò attentamente quanto mi avete detto e lo sottoporrò agli altri.” Ketterer si soffiò il naso, aspirò una presa di tabacco e si soffiò nuovamente. Quando gli sembrò di essersi schiarito le idee lanciò una torva occhiata a Malcolm, irritato di non vedere in lui alcun segno di debolezza.
“Allora porrò la domanda in un altro modo. In confidenza, siete disposto a convincere i giapponesi che è stupido acquistare cannoni britannici, cannoni qualsiasi, o navi da guerra britanniche?”
“Se loro possedessero una flotta competitiva sarebbe un...”
“Un disastro, signore! Un disastro totale e una follia!”
“Ne convengo con voi.”
“Bene. Vorrei che grazie a voi se ne persuadessero anche tutti gli altri mercanti: qui non si devono vendere armi, in particolare cannoni, e ovviamente neppure l'oppio. In confidenza, naturalmente.”
“Sarà un onore per me esporre queste opinioni, ammiraglio.” Ketterer sbuffò. Per evitare di ritrovarsi messo alle strette, Malcolm accennò ad alzarsi. “Un momento, signor Struan, prima che ve ne andiate vorrei parlarvi di un'altra questione, una faccenda privata.” L'ammiraglio indicò la busta e la lettera sulla scrivania.
“Questa. E' della signora Struan. Sapete di cosa parla?”
“Sì, lo so.” Ketterer spostò la lettera al centro della scrivania. “La vostra Nobil Casa è la compagnia più importante in Asia, anche se mi dicono che ormai la Brock vi sta superando. In ogni caso, voi potreste dare il buon esempio. Vorrei che voi e la vostra compagnia mi sosteneste in questa giusta causa, signor Struan.” Malcolm tacque esasperato.
Aveva già risposto e non desiderava sentire un'altra filippica sull'argomento.
Ketterer precisò: “In confidenza, e che resti tra noi, io generalmente non tengo conto delle lettere scritte dai civili. Sarebbe altresì superfluo precisare che le norme della Marina Reale dipendono solo dalla Marina Reale”. Al sorso di porto seguì un rutto soffocato. “Il giovane Marlowe ha invitato voi e la vostra... fidanzata a bordo della Pearl durante le esercitazioni. Per la giornata di martedì.” Lo fissò.
“Non è forse così?”
“Sì, signore” mormorò Struan. Stava cominciando a capire.
“Naturalmente avrete bisogno del mio permesso per salire a bordo.” L'ammiraglio lasciò le parole sospese nell'aria. “Inoltre, signor Struan, questo fatidico duello è davvero una cattiva idea,” Malcolm rimase sconcertato dall'incongruenza del discorso e si sforzò di prestare maggiore attenzione. Poi l'ammiraglio riprese: “Per quanto quel... quel Greyforth meriti di andare al più presto all'altro mondo, un duello è contro la legge, e può causare errori, errori fatali. E' chiaro?”.
“Sì, signore, grazie per il consiglio, ma stavate dicendo...”
“Grazie a voi, signor Struan” disse calmo l'ammiraglio, alzandosi.
“Grazie per essere venuto. Buona giornata.” Malcolm, agitato, si alzò a sua volta, ancora dubitando di aver capito bene.
“Intendevate dire...”
“Niente più di quanto ho detto, signore.”
La voce dell'ammiraglio era dura e gelida, e sembrava arrivare dal cassero di poppa.
“Così come avete promesso di considerare, in confidenza, ciò che io vi ho detto, per parte mia vi prometto, in confidenza, di considerare ciò che voi avrete detto e fatto... prima di lunedì a mezzanotte. Buona giornata.”
Sulla passeggiata l'aria sembrava profumata, pulita e senza complicazioni.
Malcolm respirò a fondo per riacquistare il controllo di sé.
Crollò esausto e inebriato sulla prima panchina vuota e restò a fissare la flotta senza vederla.
Ho capito bene quello che ha detto Ketterer?
Si riaccendeva una speranza: Ketterer sarebbe disposto a dimenticare la lettera di mia madre, a dare il permesso a Marlowe di farci salire a bordo e a non impedire a Marlowe di sposarci?
“In confidenza.”
Ketterer ha insistito su questo punto” borbottò, “e anche sulle parole “resti tra noi” e “in cambio”.”
Vuol dire che se io faccio la mia parte chiuderà un occhio? Cosa mai potrò fare e dire prima di lunedì notte per convincere quella sporca canaglia, quell'amorale di un ricattatore?
Macché! E' un affare, mi ha offerto un affare, un affare molto vantaggioso per me, e niente male per lui.
Dovrò stare attento, gli altri mercanti non saranno certo favorevoli a un embargo.
E non potrò ingannarlo perchè quella canaglia è un furbo e non si accontenterebbe di promesse.
Con chi posso confidarmi su questa nuova svolta? Con Paradiso?
Con Jamie? Con Marlowe? No, con lui no di certo. Con Angel? No, neppure con lei.
Faresti bene a non parlarne a nessuno!
Devi sbrigartela da solo.
Secondo Tess, Dirk ripeteva sempre a tuo padre: “Tai-pan vuol dire essere solo e affrontare le responsabilità da solo. In questo consistono la gioia e il dolore di quella carica”.
Cosa posso fare a proposito dei cannoni e dei fucili...
“Buon pomeriggio, signor Struan.”
“Oh! Salve, signor Gornt.”
“Avevate un'espressione così triste, mi sono permesso di interrompere i vostri pensieri.”
“No, non ero triste” rispose stancamente Malcolm, “solo pensieroso.”
“Ah, scusate, se è così vi lascio subito, signore.”
“No, per favore, sedetevi. Avete considerato il prezzo?” Edward Gornt annuì. “Chiedo scusa per non essere venuto a trovarvi prima, signore, ma il signor Greyforth non voleva... sentire ragione. Ora si dice d'accordo sulle pistole, sulle pistole da duello a doppia canna, un colpo o due, a vostra scelta, da una distanza di venti passi.”
“Bene. Poi?”
“Ho anche cercato di convincerlo a desistere dal duello ma la sua risposta è stata: “Solo se Malcolm mi chiederà pubblicamente scusa”.”
“Bene. E per l'altra questione, qui non ci sono né porte né muri.” Malcolm indicò la passeggiata quasi deserta. “Il prezzo?”
“Anche a me sembrava il posto adatto, ma non abbiamo molto tempo a disposizione e devo stare attento, il signor Greyforth potrebbe spiarci con il binocolo.”
“Ci sta guardando?”
“Non ne sono sicuro, ma potrei scommetterci.”
“Preferite che ci si incontri più tardi, da qualche altra parte?”
“No, qui va bene, ma Greyforth è molto astuto e non voglio che si insospettisca. Il prezzo è quello per l'informazione che vi aiuterà a sventare il piano di Morgan per mandarvi a picco e vi consentirà di distruggere la Brock.”
“Conoscete i dettagli del suo piano?” Gornt sorrise. “Certo, e molto di più, ma né Morgan, né il Vecchio, né il signor Greyforth se ne rendono conto.” Abbassò ancora il tono della voce e parlò quasi senza muovere le labbra. “Tutto questo dovrà rimanere un segreto tra noi, quello che voglio in cambio è che mandiate in rovina Morgan Brock, spingendolo alla bancarotta e facendolo finire in prigione, se possibile.
Se questo comporterà la rovina di Tyler non mi importa, voglio però che mi garantiate il loro cinquanta per cento netto della Rothwell e il vostro aiuto per ottenere dalla Victoria Bank il finanziamento necessario per acquistarne l'altra metà da Jeff Cooper. Inoltre voglio che per dieci anni mi trattiate lealmente, come un concorrente qualsiasi, impegnandovi a non contrastarmi in modo particolare e a privilegiarmi nelle eventuali trattative.