Gai-Jin (139 page)

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Authors: James Clavell

Tags: #Fiction, #Action & Adventure

BOOK: Gai-Jin
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“Che c'è?”

“Spiacente di disturbarvi, signore, ma è appena arrivata una lettera dal Dente del Drago.” Senza bisogno di ricevere ordini, Koiko si avvicinò alla porta e si fermò guardinga. Yoshi era pronto all'attacco. “Aprì la porta, soldato” disse. Il pannello scivolò. Vedendo il padrone pronto all'attacco, il soldato esitò.

“Dai il rotolo alla signora Koiko.”

Il soldato obbedì e si allontanò. Quando lo vide varcare la soglia del corridoio, Koiko richiuse la porta, poi tornò a inginocchiarsi accanto a Yoshi e gli tese il rotolo.

Yoshi ne ruppe il sigillo.

Nella lettera la moglie gli chiedeva notizie della sua salute e lo rassicurava sulle condizioni dei figli aggiungendo che tutta la famiglia aspettava con ansia il suo ritorno. Poi venivano le informazioni importanti:

 

I prospettori hanno percorso in lungo e in largo le nostre terre in compagnia del vostro vassallo Misamoto.

Per il momento l'oro non è stato trovato ma essi riferiscono di aver scoperto grandi depositi, hanno usato l'aggettivo enormi i di carbone di ottima qualità e facile da estrarre perchè prossimo alla superficie.

Li ho sentiti chiamarlo “oro nero” perchè sembra che possa essere barattato con i gai-jin in cambio di denaro. Le ricerche continuano.

Abbiamo saputo che Anjo è stato nominato tairò e che va in giro vantandosi del fatto che ben presto sarete invitato a dare le dimissioni dal Consiglio degli Anziani.

Inoltre il confidente che avete visitato sulla strada per Kyòto dice quanto segue: la parola d'ordine che vi diede a proposito di un nemico è esatta e un
piano analogo è già pronto come politica di stato del nemico.

Cielo cremisi.

 

Dunque un attacco fulmineo è “Politica di Stato”! Il mio accordo con Ogama resisterà abbastanza a lungo?

Rimandò quell'interrogativo a più tardi e riprese la lettura:

 

Il ronin che era diventato una spia gai-jin, Ori, è morto nel campo gai-jin. L'altro ronin, Hiraga, a quanto pare si trova ancora lì. La vostra spia dice inoltre d'aver intercettato la “cameriera” che avevate rimandato indietro e di averla spedita, come da voi ordinato, in un miserabile bordello del nord. Il suo amante ronin è stato giustiziato.

 

Yoshi sorrise. Si trattava della cameriera di Koiko che aveva passato al fidanzato shishi l'informazione dell'appuntamento segreto di Utani.

A metà strada da Kyòto l'aveva rimandata a Edo con un incarico inesistente.

Naturalmente Koiko non aveva fatto obiezioni. Bene, pensò.

Utani è vendicato, anche se in piccolissima misura.

 

Infine il Gyokoyama:

 

ho concluso le trattative economiche. Posso usare il carbone come ulteriore garanzia per gli ordini di armi?

Forse dovremmo cercare di trattare direttamente con i gai-jin, magari con l'aiuto di Misamoto. Vi prego di farmi avere il vostro parere. Principe, la vostra presenza e i vostri saggi consigli ci mancano molto. Per concludere, sono spiacente di comunicarvi che la carestia è incominciata.

 

Yoshi rilesse la lettera. Conoscendo bene Hosaki capiva che ulteriore garanzia significava che la trattativa era stata dura e il prezzo pattuito alto. Non importa, l'anno prossimo non ci sarà carestia e il Gyokoyama, se nelle terre di mio dominio sarà sopravvissuto, verrà ripagato.

Guardò Koiko che fissava un punto imprecisato nello spazio persa in sogni che non avrebbe mai condiviso con lui. “Koiko?”

“Oh. Sì, principe?”

“A che cosa stavi pensando?”

“A quello che si dicono tra loro le foglie.” Affascinato, Yoshi rispose: “Dipende dall'albero”.

Koiko sorrise con dolcezza. “Un acero, un acero rosso sangue.”

“In quale stagione?”

“Nel nono mese.”

“Se stavano guardando noi sussurravano: “Tra poco cadremo per mai più tornare. Ma essi sono fortunati.

Essi crescono sull'albero della vita. Il loro sangue è il nostro”.” Koiko battè le mani sorridendogli. “Perfetto. E se fosse un pino in primavera?”

“Non ora, Koiko-chan. Più tardi.” Vedendolo farsi serio all'improvviso anche lei smise il tono scherzoso.

“Cattive notizie, principe?”

“Sì e no. Partirò all'alba.”

“Per il Dente del Drago?” Yoshi esitò prima di rispondere e lei si chiese se non avesse commesso uno sbaglio a domandarglielo. Yoshi stava cercando di decidere il da farsi.

Poco prima, valutando la necessità di un'altra marcia forzata, aveva pensato di lasciarla indietro, libera di seguirlo con tempi più adatti alle donne. Adesso, guardandola, non voleva separarsi da lei.

Il suo palanchino li avrebbe rallentati. Koiko cavalcava, benché non con grande abilità e il viaggio era difficile.

Ma qualunque fosse la sua decisione il piano stabilito con Akeda sarebbe rimasto lo stesso:

Il primo gruppo di quaranta uomini, il secondo gruppo avrà armi leggere, partirà da Kyòto poco prima dell'alba dirigendosi senza fretta e senza nascondersi verso la Strada Settentrionale.

A circa metà strada da Edo tornerà sui propri passi e arriverà qui mentre il mio 'doppio' nel frattempo sarà scomparso. Il secondo gruppo, quello dove sarò io insieme agli uomini che ho portato da Edo, partirà subito dopo il primo dirigendosi verso Tokaidò. Marcia forzata, il capitano sarà lo stesso e io sarò travestito da semplice cavaliere, e resterò sotto tali spoglie fino a quando sarò al sicuro nel castello di Edo”.

“E' molto pericoloso, sire” rispose gravemente il generale Akeda.

“Sì, lo so. Voi controllerete Ogama, mi auguro. Conviene anche a lui che io riesca a mettere un freno alle mire di Anjo.”

“Sì. Tuttavia, all'aperto voi rappresentate un irresistibile bersaglio, e anche troppo facile. Pensate a quanto è accaduto quest'oggi. Lasciate che vi accompagni.

“E impossibile. Ascoltate, se Ogama decide di agire attaccherà prima qui... meglio essere preparati a ogni evenienza. Dovrete resistergli a qualsiasi prezzo.”

“In questo non fallirò, sire” rispose l'anziano generale.

E io non fallirò nel tentativo di raggiungere Edo, pensò Yoshi con altrettanta sicurezza. In quanto all'attacco di oggi posso solo pensare che non era il primo e che non sarà neppure l'ultimo.

Vide che Koiko lo stava osservando.

Quando lei mi è accanto, pensare con equilibrio mi è più facile. La luce della lampada danzava sulle sue labbra e nei suoi occhi.

Vide la curva degli zigomi, il collo simile a una morbida colonna, le chiome corvine, le pieghe perfette del kimono e le sottovesti che occhieggiavano appena. Morbide curve, una postura perfetta, le mani raccolte nel grembo di seta azzurra come due splendidi fiori.

Viaggerà leggera. Niente cameriere. E dovrà accontentarsi di quello che troveremo nelle locande. Ciò non le piacerà perchè ama la perfezione.

Forse si opporrà a un viaggio irragionevolmente e inutilmente frettoloso.

Yoshi ripensò a quando le aveva chiesto per la prima volta di viaggiare in quel modo, non era trascorso molto tempo, fu subito dopo aver deciso di ottenerne l'esclusiva.

Aveva detto alla sua mama-san, Meikin, di accompagnarla al Dente del Drago per prendere accordi con Hosaki che, a ragione, aveva ritenuto doveroso incontrarla prima di stipulare un contratto tanto oneroso.

Meikin gli aveva risposto che per organizzare quel viaggio sarebbe stata necessaria almeno una settimana poiché Koiko avrebbe portato con sé la parrucchiera personale, la massaggiatrice e tre cameriere.

“Ridicolo” aveva risposto lui con impazienza.

“Tanto personale è inutile e costoso per un viaggio breve.

Partirete immediatamente.” Avevano obbedito. Erano partite senza servitù. Avevano impiegato tre giorni per raggiungere la prima stazione di cambio fuori Edo e altri tre giorni per raggiungere la seconda. Irritato, Yoshi aveva percorso la stessa distanza nel tempo che andava dall'alba al tramonto.

“Principe Yoshi” aveva detto Meikin profondendosi in saluti e fingendosi sorpresa di vederlo. “Che piacere vedervi.”

“A che cosa è dovuto tutto questo ritardo?”

“Ritardo, principe? Siamo partite immediatamente. Stiamo eseguendo i vostri ordini alla lettera.”

“Come mai impiegate tanto tempo, dunque?”

“Impieghiamo tanto tempo, principe? Ma voi non ci avete ordinato una marcia forzata.”

“D'ora in avanti dovrete affrettarvi” rispose lui seccamente notando che Meikin aveva sottolineato la parola “ordinato”. “Di' a Koiko che voglio vederla.” Con un inchino la mama-san si era dileguata verso le stanze di Koiko lasciandolo solo a ribollire dalla rabbia.

Dopo qualche tempo era tornata dicendo allegramente:

“Koiko-san sarà onorata di vedervi, sire, al più presto, sire, appena riuscirà a trovare la cameriera adatta ad aiutarla a sistemare i capelli. Ritiene che sarebbe impertinente da parte sua ricevervi senza la preparazione dovuta a un uomo onorevole e importante come voi, e umilmente aggiunge: 'Vi prego di essere tanto cortese da aspettare, non appena la cameriera sarà arrivata, farò il più in fretta possibile'.”

Yoshi si era limitato a lanciare a Meikin un'occhiata aspra ben sapendo che avrebbe dovuto aspettare in ogni caso. L'alternativa era precipitarsi nella camera di Koiko, perdere del tutto la faccia e toglierle ogni possibilità di prepararsi per lui.

Ma chi crede di essere? avrebbe voluto gridare.

Si era trattenuto limitandosi a sorridere tra sé.

Quando acquisti una spada rara, ti aspetti che sia fatta dell'acciaio migliore, che abbia la lama più tagliente e possieda una sua personale fiamma. Annuì con freddezza.

“Mandate a prendere le sue cameriere a Edo, e anche la parrucchiera e la massaggiatrice, e in fretta. E' colpa tua se non ci sono, mi avresti dovuto dire che erano tanto importanti per lei. Koiko ha ragione a non volermi ricevere in modo inadeguato.

Voglio che ciò non accada mai più!” Meikin si era profusa in scuse prostrandosi a terra infinite volte e Yoshi aveva ridacchiato lungo tutto il tragitto fino a Edo per essere riuscito a sopraffarle, a far loro perdere la faccia e al tempo stesso a dare un severo avvertimento: non fate questi giochetti con me.

Gli occhi di Koiko non abbandonavano un istante il suo volto; osservavano e aspettavano. “Quando sorridete, sire, mi rendete molto felice.”

“Di cosa sto sorridendo?”

“Di me, sire” rispose lei con semplicità. “Perché vi aiuto a scherzare sulla vita, credo, e perchè, sebbene la vita dell'uomo sulla terra non sia che una breve caccia alla ricerca di un riparo prima che scoppi il temporale, voi mi consentite, di tanto in tanto, di diventare il vostro riparo.”

“E così infatti” disse lui contento. Se la lascio qui non la rivedrò per settimane, e la vita è soltanto un fior di ciliegio esposto alle raffiche di un vento che non ha padrone; la mia vita, la sua, la vita di tutti, rifletté. “Non voglio lasciarti qui.”

“Sarà bello essere di nuovo a casa.” Nel segreto del suo cuore Yoshi pensò a Meikin. Non ho dimenticato che era un'informatrice shishi come la tua cameriera. Stupido da parte della tua mama-san metterti in pericolo, farmi sospettare che anche tu facessi parte di quel gruppo di canaglie assassine. “C'è qualcuna delle tue cameriere che sa cavalcare, Koiko?”

“Non so, sire. Immagino che almeno una tra loro lo sappia fare.”

“Se verrai con me dovrai cavalcare anche tu, accompagnata da una sola cameriera, e dovrai viaggiare leggera perchè un palanchino rallenterebbe troppo il viaggio. Se invece preferisci muoverti con tutta la servitù posso organizzare le cose in questo senso.”

“Vi ringrazio, ma poiché preferite che viaggi insieme a voi i vostri desideri sono i miei, naturalmente. Se diventerò un fardello sarete voi a decidere come disporre di me.

Sono onorata che mi abbiate lasciato la possibilità di scegliere.”

“Ma c'è una cameriera, una cameriera capace che sappia anche cavalcare? Se non c'è allora dovrai per forza seguirmi nel più breve tempo possibile” le disse dandole un'altra possibilità di rifiutare l'invito senza offenderlo.

“Una c'è, sire” dichiarò Koiko seguendo un impulso improvviso, “una nuova maiko, non proprio una cameriera ma un'apprendista.

Si chiama Sumomo Fujahito, è la figlia di un goshi satsuma e la pupilla di un vecchio amico, un cliente che anni fa si mostrò generoso con me.” Yoshi restò ad ascoltarla mentre gli parlava di Sumomo, e la sua conoscenza del Mondo Fluttuante era tale che non fece domande su quel vecchio cliente.

Mandò a chiamare la ragazza. “Dunque, Sumomo, tuo padre disapprova le tue nozze?”

“Sì, signore.”

“Non obbedire ai propri genitori è un'imperdonabile ribellione.”

“Sì, signore.”

“Obbedirai, dunque.”

“Sì, signore.” Lo guardò con occhi franchi. “Ho già detto umilmente ai miei genitori che ubbidirò ma che morirò prima di sposare un altro uomo.”

“Tuo padre avrebbe dovuto spedirti in un monastero per aver osato una simile impertinenza.” Dopo una pausa lei mormorò: “Sì, signore”.

“Come mai ti trovi qui a Kyòto anziché a casa?”

“Sono... sono stata mandata dal mio tutore perchè mi rieducasse.”

“Non ha fatto un grande lavoro, non ti sembra?”

“Spiacente, signore.” Si inchinò fino ad appoggiare la fronte sul tatami con grazia ma, Yoshi ne era certo, senza alcun pentimento. Perché perdo tempo? pensò.

Forse perchè sono avvezzo a un'obbedienza cieca da parte di tutti a eccezione di Koiko che dev'essere manovrata come una barca col mare grosso, forse perchè potrebbe piacermi il compito di raddrizzare questo giovane virgulto, abituare al pugno questa giovane aquila, usare il suo becco e i suoi artigli per i miei scopi anziché per quell'uomo inventato dalla sua fantasia che si chiama Oda.

“Che cosa farai quando questo Oda, questo goshi satsuma alla fine deciderà di obbedire ai genitori e facendo id suo dovere prenderà un'altra donna come moglie?”

“Se mi accetterà come concubina ne sarà felice, anche senza intimità.

Sarei contenta anche d'essere una compagna occasionale. Il giorno in cui sarà stanco di me o mi ripudierà sarà il giorno in cui morirò.”

“Sei soltanto una ragazza stolta.”

“Sì, signore. Vi prego di scusarmi se questo è il mio karma.” Abbassò gli occhi e rimase immobile.

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