Gai-Jin (176 page)

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Authors: James Clavell

Tags: #Fiction, #Action & Adventure

BOOK: Gai-Jin
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“Non ora, per l'amor del cielo.” Malgrado il freddo e l'umidità Jamie stava sudando. Ricondusse Hoag lungo High Street e al riparo di una casa e lontano da orecchie indiscrete, chiese: “Cos'è accaduto?”.

“E' andato tutto liscio come l'olio. Questa mattina quando è arrivata la lancia siamo andati subito nella camera mortuaria e...”

“Chi è andato?”

“Settry, il sergente Towery, il nostromo e due uomini dell'equipaggio.

Abbiamo avvolto la bara nella bandiera e l'hanno portata sulla lancia.

L'altra ci aspetta per questa notte o quando sarà possibile andare. In teoria è in attesa della cremazione.” Hoag scrutò il mare. “Improbabile che sia per questa notte, vero?”

“Già.” Ma domani sarà tutto finito, pensò.

“Bene.” Hoag si sfregò le mani infreddolite.

“Tutto è andato nel migliore dei modi. C'è stato solo un problema. Il coreano era tutto pelle e ossa perciò ho dovuto riempire la bara di terra per pareggiare il peso.“

“Santo cielo, ma certo! L'avevo dimenticato. E stata un'idea intelligente.”

“L'ho fatto nottetempo, senza difficoltà, nessuno ha detto niente quando hanno messo la bara sulla lancia, non una parola.”

“Mio Dio, è tutto così rischioso” disse Jamie a disagio, “come faremo a portar fuori l'altra bara dalla Legazione con gli impiegati e i soldati?”

“Ho già risolto il problema.” Hoag era euforico. “Ho detto ai nostri assistenti giapponesi di metterla nella baracca accanto al nostro molo di Kanagawa, non lontano dal crematorio. Lo possono fare senza destare sospetti.

George mi ha detto che quando si è trovato in difficoltà è ricorso a quella baracca per mettervi bare e corpi. E' normale.”

“Meraviglioso! Quant'è lontana dal molo?”

“Circa cinquanta metri. In tre ce la faremo benissimo e poi c'è anche il nostromo, non è vero?”

“Sì. Avete fatto un ottimo lavoro, davvero ottimo.” Jamie scrutò il cielo piovoso. “Peccato non poterlo fare questa notte e non pensarci più.”

“Poco male. Andrà bene anche domani.” Hoag era molto soddisfatto dell'ammirazione di Jamie. Non c'era bisogno di stare a raccontargli che il sergente l'aveva sorpreso né di Pallidar. Al mattino quando aveva fatto colazione con l'ufficiale gli aveva detto: “Settry, quanto a ieri notte...” ma Pallidar l'aveva interrotto: “Dimenticate, dimenticate quella storia, dottore, è la cosa migliore da fare”.

Davvero la migliore, pensò con un grande sorriso, dimenticarsi per sempre dell'accaduto.

“Andiamo a prendere Angélique? Come sta?”

Dopo un'ora erano di nuovo riuniti intorno alla lancia. Il vento infuriava e la pioggia scendeva più fitta di prima. Le onde spruzzavano acqua sul molo.

La lancia, ben ancorata, saliva e scendeva con le onde, le sartie scricchiolavano. Angélique vestiva completamente a lutto, un mantello nero contro la pioggia chiuso sopra l'abito tinto di nero dal sarto cinese, un cappello nero con un pesante velo e un ombrello. L'ombrello, color azzurro cielo, creava un forte contrasto.

Intorno a lei c'erano Jamie, Skye, Dmitri, Tyrer, sir William e gli altri ministri, il capitano Strongbow, Gornt, Marlowe, Pallidar, Vargas, André, Seratard, il reverendo Tweet e molti altri, tutti imbacuccati per difendersi dalla pioggia.

Discosto dagli altri padre Leo, con un'aria desolata, le mani infilate nelle maniche della tonaca, occhieggiava da sotto il cappuccio. Jamie aveva invitato Tweet a dare la benedizione: “Non farlo sembrerebbe strano, Angélique. Farò in modo che non si tratti di un vero servizio funebre né di una lunga orazione perchè non sarebbe corretto.

Ma una benedizione ci vuole”.

Il tempo inclemente contribuì a fare in modo che fosse una cerimonia veloce.

E per una volta Tweet riuscì addirittura ad apparire convincente. Quand'ebbe finito tutti guardarono Angélique. I gabbiani cavalcavano felici le correnti nel cielo agitato dal vento. Fu sir William a parlare per primo: “Madame, vi rinnovo le mie più sentite condoglianze”.

“E io vi ringrazio.”

Angélique, protetta in parte dall'ombrello, continuò: “Protesto per non essere stata autorizzata a seppellire mio marito come avremmo voluto”.

“Ho preso nota della vostra protesta, madame.”

Sir William alzò il cappello.

Gli altri sfilarono uno dopo l'altro per porgerle le loro condoglianze alzando il cappello oppure, se indossavano l'uniforme, facendo il saluto militare.

Dopo il saluto Strongbow saltò sulla lancia seguito da Pallidar mentre Marlowe si era fermato di fronte a lei ancora scosso dagli eventi. “Sono terribilmente dispiaciuto” disse salutando, e si allontanò.

L'ultimo fu padre Leo.

Con sobrietà fece il segno della croce e pronunciò la formula latina, il volto seminascosto dal cappuccio.

“Ma lui non era cattolico, padre” puntualizzò Angélique in tono gentile.

“Tuttavia penso che si sentisse uno di noi, signora, nel suo cuore.” L'accento di padre Leo sembrava essere diventato più pesante a causa del dolore. Aveva trascorso la notte in preghiera chiedendosi che cosa fare, se presenziare a quella piccola cerimonia oppure no. “Presto o tardi avrebbe visto la Luce, voi l'avreste aiutato, ne sono certo. In nomine Patri...”

Con aria infelice si allontanò. Erano rimasti con lei soltanto Jamie, Hoag e Skye. “E adesso, Jamie?” chiese lei travolta da una profonda malinconia.

“Aspettiamo un momento.” Come gli altri anche McFay aveva l'impressione di prender parte a un imbroglio e al tempo stesso era profondamente commosso. Lo faccio soltanto per aiutare un amico, si disse. Hai promesso di proteggerli entrambi. Ed è quello che stai facendo. Sì, ma questo è un inganno, un imperdonabile inganno. Lascia perdere, sei il loro capo, comportati come tale. “Capitano Strongbow, levate l'ancora! Dio protegga il vostro viaggio!”

“Aye aye, grazie.”

La lancia scivolò via immergendosi nelle onde poi acquistò velocità.

I gabbiani seguivano nella sua scia mentre tutti la guardavano allontanarsi.

“Sembra così strano” mormorò lei piangendo in silenzio. “Lo è eppure non lo è. Non stiamo commettendo un errore, vero? Vero?” Ancora una volta toccò a Jamie prendere la decisione per gli altri.

“No” disse afferrandola per un braccio e guidandola verso casa.

Poco prima del tramonto Vargas bussò alla porta dell'ufficio del tai-pan.

“Il signor Gornt vorrebbe vedervi, signora. E monsieur André ha lasciato un messaggio a nome di monsieur Seratard che sarebbe onorato di avervi sua ospite a cena.”

“Ringraziateli ma declinate l'invito, forse domani, chissà. Buona sera, Edward, entrate.” Lei si riaccomodò sulla poltrona accanto alle finestre benché fuori ci fossero soltanto tenebre e pioggia. Una bottiglia di vino bianco aperta aspettava nel cestello del ghiaccio con un bicchiere di cristallo capovolto a raffreddarsi. “Prego, versatevi da bere. Vi state imbarcando?”

“Sì, è tutto pronto. Come state, signora?”

“E voi? Siete l'unico passeggero?”

“Non lo so” esitò. “Avete un aspetto magnifico, etereo e irraggiungibile, signora.”

“Mi dispiace vedervi partire. Forse quando tornerete tutto andrà meglio” disse trovando come sempre piacevole la sua compagnia. “Tornerete qui o prima andrete a Shanghai?”

“Lo saprò soltanto quando sarò a Hong Kong. E voi dove starete?

Sul Picco, nella Grande Casa degli Struan?”

“Non ho ancora deciso... nemmeno se partirò.”

“Ma... non sarete al funerale?” domandò lui senza capire.

“Lo deciderò domani” rispose lei con fermezza, intenzionata a tenerlo in sospeso come tutti gli altri, compreso Jamie. “Il signor Skye mi consiglia di restare qui, e inoltre non mi sento molto bene.” Si strinse nelle spalle. “Deciderò domani; comunque ho riservato una cuccetta.

Desidero tanto essere con lui, ho bisogno di esserci, eppure, se non viene seppellito come desiderava e come io vorrei, allora... l'ho tradito.”

“Non l'avete tradito, signora. Tutti lo sanno.”

“Voi non tradirete me, vero Edward? Consegnerete la mia lettera, farete tutto come abbiamo concordato?”

“Senza meno.

Una promessa è debito. Una questione d'onore.” La guardò negli occhi.

“E anch'io ho promesso, non è forse vero? Una questione d'onore anche per me. Eterna amicizia.”

Il modo in cui pronunciò quelle parole faceva sembrare la promessa poco affidabile. Per quanto Gornt si sforzasse non riusciva più a capirla come fino a pochi giorni prima. Fino alla morte di Struan avrebbe saputo dire con esattezza dove l'avrebbe portato quella promessa, ma adesso intorno a lei c'era una barriera.

Ne sono felice, pensò, perchè se c'è una barriera per me c'è per qualsiasi altro uomo. Sei mesi non sono molti per aspettare ed è un periodo ideale.

Dunque forse non verrà a Hong Kong. In che modo mi danneggia questo cambiamento di programma? “I miei piani, signora? Dipenderanno da Tess Struan.” Avrebbe voluto raccontarle le sue reali intenzioni ma era troppo astuto anche soltanto per farne cenno. “Spero che agisca in base alle informazioni che le darò.

Ci vorrà perlomeno un mese.

Se vorrà farlo aspetterò tutto il tempo necessario per aiutarla, perchè avrà bisogno di aiuto. Dipende tutto da lei. Se arrivate con il postale ne potremo parlare più approfonditamente a Hong Kong. Nel caso non vi vedessi arrivare mi autorizzate a scrivervi?”

“Certo, anzi ve ne prego. Ne sarei molto felice. Con ogni giro di posta.

Prometto che vi terrò informato dei miei movimenti.” Aprì il cassetto e ne estrasse una busta. Era indirizzata alla signora Tess Struan. E aperta.

“Potete leggerla.”

“Vi ringrazio, signora, ma non lo ritengo necessario.” Angélique la riprese, ma anziché sigillarla si limitò a ripiegarne all'interno il lembo superiore.

“Questo vi risparmierà la fatica di aprirla con il vapore, Edward.” Lui rise. “Che cosa vi rende tanto sicura che farei davvero una cosa simile?”

“Io lo farei.

Sarebbe una tentazione irresistibile. Ma vi prego di sigillarla prima di consegnargliela.” Gornt annuì. “Una volta avete detto che capivate perchè piacessi a vostro marito, e perchè sarei stato un nemico e un amico pericoloso.

Questa definizione si adatta anche a voi, Angélique.”

“Forse” rispose lei con semplicità.

“Mi sento a mio agio in questo mondo nuovo, Edward, anche se è irto di difficoltà e sabbie mobili. Comunque scoprirete che sono molto leale una volta data la mia parola.

Non dimenticate che sono francese.”

Un sorrisetto.

“Leggete.”

 

Cara signora Struan, ormai sarete al corrente delle terribili notizie che riguardano Malcolm. Sono dolente di non potervele comunicare di persona ma il dottor Hoag mi ha sconsigliato di partire sia con la Prancing Cloud sia con il postale.

Non so dirvi quanto sia stata e sia ancora infelice. Consentitemi soltanto di dirvi che l'amavo con tutto il mio cuore e che ho cercato di fare del mio meglio mentr'era in vita, e anche dopo la sua morte, tentando disperatamente di seppellirlo in mare come egli avrebbe desiderato, come il suo adorato nonno. Ma ciò mi è stato vietato. Vi prego, vi imploro, fate per lui ciò che io non sono riuscita a fare.

Tuttavia non ho mancato a un altro dovere. Il latore di questa lettera era amico di vostro figlio. Egli è in possesso di informazioni di grande importanza che aveva promesso di trasmettere a Malcolm proprio il giorno in cui egli morì. Se fosse vissuto, Malcolm si sarebbe affrettato a venire a consegnarvele con la Prancing Cloud: si tratta degli strumenti per distruggere i vostri nemici di sempre, Tyler e Morgan Brock. Il signor Gornt mi ha giurato che vi riferirà tutto fino all'ultimo dettaglio. Vi prego di dar seguito a ciò che vi proporrà di fare. Una soddisfacente conclusione di questa faida e l'eliminazione di un tormento che vi assilla da troppo tempo sarà, come so bene, il più giusto epitaffio per vostro figlio.

 

Aveva apposto la data e firmato Angélique Struan, Yokohama.

Seguiva un post scriptum:

 

Strano, non è vero? abbiamo tante cose in comune, anch'io odio mio padre che ha cercato di distruggermi, e siamo state così inutilmente lontane.

 

Edward Gornt sigillò la busta con aria pensierosa.

La ripose nella tasca e alzò il bicchiere.

“Lunga vita a voi. Siete una donna notevole, davvero notevole.”

“Ah sì?”

“Non chiedete nulla e offrite tutto” disse lui con genuina ammirazione. Ma non aggiunse: e senza accennare a quel momento, tra un mese, che state aspettando con ansia, come tutte le donne... perchè se portate in grembo un figlio, l'impero Struan è tutto vostro, che sia maschio o femmina, anche se un maschio sarebbe perfetto! Ma anche se non aspettate un bambino, una consistente pretesa sul patrimonio sarà pur sempre inoppugnabile. In entrambi i casi mi sposerete! “Siete una gran donna” aggiunse con calma, “spero di avere la possibilità di godere della vostra eterna amicizia.” Si alzò, le baciò con galanteria la mano e scomparve.

Rimasta sola Angélique annuì tra sé soddisfatta, poi si versò del vino nel bicchiere di Gornt. Ve ne erano altri a portata di mano ma preferì usare il suo e sorseggiò il vino con gran piacere.

Poi alzò il bicchiere in direzione del mare: “Dio protegga il tuo viaggio, Prancing Cloud”.

Un altro sorso e un sorriso.

“Phillip!”

“Sì, sir William?”

“Ecco, prendete queste. Tutti i nostri dispacci sono pronti?”

“Sì, signore. Ho fatto copie sia del rapporto sull'inchiesta sia del certificato di morte, eccetera. Devo ancora prendere dalla cassaforte la vostra lettera “riservata e confidenziale” per il Governatore e poi avrò finito. Penso di portarli a bordo della Cloud personalmente.”

“Sì, ben fatto. Ho un'altra lettera. Ma datemi ancora un paio di minuti.” Stanco per aver scritto tanta corrispondenza, per la tensione degli ultimi giorni e per l'opprimente consapevolezza del pericolo in cui si trovava Yokohama, sir William scosse il capo, rifletté un istante, si accertò che il pennino fosse pulito, scelse la sua carta da lettera più ufficiale e con mano ferma scrisse:

 

Gentile signora Struan, vi invio questo speciale dispaccio con la Prancing Cloud per motivi di natura ufficiale e personale.

Primo: vorrei presentarvi le mie più sincere condoglianze per l'infelice sorte di vostro figlio che consideravo non solo un collega ma un amico. Secondo: le circostanze e i fatti di queste nozze e di questa morte sono state stabilite sotto giuramento nel corso di un'inchiesta ufficiale di cui vi accludo copia del rapporto.

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