Gai-Jin (208 page)

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Authors: James Clavell

Tags: #Fiction, #Action & Adventure

BOOK: Gai-Jin
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“Oh, salve, avete un bell'aspetto.”

“In verità non sto bene” rispose lei, “sono molto nervosa. Grazie, però.” Dopo un istante di esitazione aggiunse con disinvoltura: “Una donna non sta mai bene in quei giorni del mese”.

Sconcertato Hoag tirò le redini. La giumenta si inquietò, nitrì e scosse la testa spaventando il cavallo di Angélique. Entrambi ripresero subito il controllo degli animali.

“Mi dispiace” disse poi lui con imbarazzo, “io... mi aspettavo il contrario.” La repentinità della dichiarazione e l'assoluta disinvoltura di Angélique erano tanto inattese che fu sul punto di chiederle: Ne siete sicura? Stai proprio diventando vecchio, pensò irritato con se stesso per non essersi accorto del fatto che adesso gli sembrava evidente.

“Bene, finalmente lo sapete.”

“Ne sono molto dispiaciuta, soprattutto per Malcolm, ma in un certo senso mi sono rassegnata. Certo, ho pianto tutte le mie lacrime, ma adesso...” La sua innocenza era tale che Hoag avrebbe voluto confortarla.

“Nella circostanza è comprensibile, Angélique, ma meglio così. Ve l'ho già detto, finché riuscirete a piangere nessuna di queste cose vi farà del male. Posso chiedervi quando sono cominciate?” Dal promontorio giunsero altri squilli di tromba. “Cosa succede?

Ho visto che Settry e gli altri ufficiali sono corsi via.”

“Stanno chiamando gli ufficiali in adunata. E' la prassi, niente di preoccupante.” Hoag si guardò intorno per assicurarsi che fossero soli.

“Grazie per avermelo detto.” Rise nervosamente. “Anche se in modo un pò brusco. Vi fa piacere se continuiamo a parlare cavalcando?”

“Certo” rispose, ben sapendo perchè si era confidata con il dottore: quella mattina aveva incontrato Gornt e Hoag le era capitato a portata di mano, e voleva dare inizio alla battaglia. “Sono cominciate domenica.”

“Non so cosa dire, se considerarvi fortunata o sfortunata.”

“Né l'uno né l'altro” rispose lei. “E' la volontà di Dio e la accetto.

Mi dispiace per Malcolm, non per me. Io mi affido alla volontà di Dio.

Che cosa farete adesso, la informerete?”

“Sì, ma prima vi devo consegnare una lettera.” La sorpresa adesso era di Angélique. “Avete tenuto una sua lettera per tutto questo tempo senza darmela?”

“Mi ha chiesto di consegnarvela soltanto nel caso non portaste in grembo il figlio di Malcolm.”

“Oh.” Lei rifletté un istante, poi reagì al disagio. “E se fossi stata incinta?”

“E una domanda accademica, non credete?” rispose lui in tono gentile, preoccupato per l'improvviso pallore di lei. Questa giovane signora è ancora nei guai, e lo sarà a lungo.

“Voglio saperlo.”

“Mi è stato chiesto di consegnarvi questa lettera quando vi fossero arrivate le mestruazioni, Angélique. Adesso volete tornare? Ve la porterò nel vostro appartamento.”

“Grazie, ma... preferisco accompagnarvi e aspettare fuori dalla Struan.” Spronò il cavallo e finì il giro della pista senza badare agli sguardi di quanti la osservavano. Sul sentiero si lanciò al galoppo per allontanare la paura.

Speroni, ginocchia e mani guidavano a istinto il cavallo in una corsa leggiadra e veloce.

 

Davanti a lei vide le guglie delle due chiese e la recinzione dell'Insediamento e accanto lo Yoshiwara, al sicuro tra le mura, con il ponte e la guardiola. Per un attimo tornò indietro nel tempo, come se ancora galoppasse per raggiungerli, con la Tokaidò insanguinata alle sue spalle, senza più il cappello, i vestiti laceri, in preda al panico e spaventata a morte.

Non appena tirò le redini la visione svanì, quanto tempo sembrava essere trascorso da quel giorno! La sua paura adesso era di altro genere.

Il dado era tratto.

La lettera diceva:

 

Sono certa che concorderete con me sull'inutilità di convenevoli tra noi.

Sono contenta che non portiate in grembo il figlio di mio figlio.

Questo rende il futuro più semplice. Io non accetto né riconosco il “matrimonio” né la validità di qualsiasi pretesa da parte vostra nei confronti di mio figlio. Al contrario.

Quando leggerete questa lettera la Nobil Casa sarà entrata in una nuova era, o sarà sull'orlo della bancarotta. Nel primo caso ciò sarà dovuto in parte alla vostra iniziativa di inviarmi quella persona.

Riconoscendovi il ruolo di mediatore verserò alla Banca di Inghilterra una somma vincolata che vi garantirà una rendita di duemila ghinee all'anno, a condizione che entro trenta giorni dalla data di oggi, cioè a dire dall'accertamento delle vostre mestruazioni, mi facciate pervenire un affidavit con le seguenti condizioni: Primo, che rinunciate per sempre a qualsiasi pretesa che voi o un vostro rappresentante possiate accampare nei confronti dell'inesistente patrimonio di mio figlio, che essendo minorenne e non essendo mai stato riconosciuto legalmente come tai-pan non aveva alcun patrimonio da lasciare in eredità.

Secondo, che accettiate di rinunciare per sempre al titolo di “signora Malcolm Struan” e a ogni sua variante.

(Per salvare l'onore, il vostro, vi suggerisco di affermare che rinunciate a usarlo perchè, essendo cattolica, avete accettato il fatto che la vostra fede e la vostra Chiesa, come me, non attribuiscono valore legale al vostro matrimonio.)

Terzo, che non mettiate più piede a Hong Kong, se non in transito, e che in futuro non tenterete di incontrarmi o di avere alcun contatto con me o con i miei familiari.

Quarto, che il vostro affidavit formalmente autenticato da sir William Aylesbury, Ministro di Sua Maestà in Giappone, mi sia consegnato a Hong Kong tramite il dottor Hoag entro il 14 febbraio, all'incirca un mese a partire da oggi (data in cui le vostre mestruazioni sono state accertate).

Ultimo, se vi sposate entro l'anno vi verrà garantita una rendita annua di tremila ghinee per i primi dieci anni. Al vostro decesso il capitale depositato a tal fine tornerà a me e ai miei eredi.

Entro tre settimane dal ricevimento di questa mia liberate per favore i locali da voi occupati nel palazzo Struan. Ho dato disposizioni al signor Albert MacStruan di procedere in questo senso e, a partire da oggi, l'ho invitato a sospendervi il credito e ad annullare qualsiasi assegno che abbiate ricevuto, o estorto, da mio figlio, recante il suo timbro, a eccezione di quelli firmati e datati personalmente da lui e quindi totalmente autentici.

Se entro trenta giorni il vostro affidavit verrà firmato e consegnato al dottor Hoag il signor MacStruan è autorizzato a concedervi immediatamente un credito di CINQUECENTO ghinee come acconto sul fondo annuale che verrà istituito entro trenta giorni e che vi verrà saldato trimestralmente.

Nel caso voi rifiutaste le sopraddette condizioni (avete la mia parola d'onore che non sono trattabili) o nel caso che io non veda il dottor Hoag entro la data sopra specificata e cioè entro il 12 febbraio o il giorno seguente, venerdì 13, i miei legali procederanno contro di voi con ogni strumento che riterremo opportuno, accusandovi innanzitutto di aver causato premeditatamente la morte di mio figlio.

Un consiglio: con ogni probabilità il signor Skye definirà le mie condizioni minacce contro la vostra persona.

Non lo sono. I miei legali mi garantiscono che al contrario sono un modo generoso e del tutto legale di dirimere la spinosa questione creata da mio figlio per qualche malaugurata ragione.

Per favore chiedete al dottor Hoag di tornare quanto prima con il vostro affidavit o con il vostro rifiuto. Tess Struan, 28 dicembre, anno del Signore 1862, Hong Kong.

 

Gornt sollevò gli occhi dal foglio.

“Non accettate.”

“E' esattamente quello che mi ha detto il signor Skye” commentò Angélique che già sentiva l'ira placarsi.

Erano seduti uno di fronte all'altra nel suo boudoir. “Sono contenta che siate d'accordo. Le risponderò a tono oggi stesso!”

“No, sarebbe sbagliato. Vi consiglio di non assumere un atteggiamento bellicoso, sarebbe decisamente controproducente. Dovete cercare un compromesso.” Nella sua poltrona dall'alto schienale lei sbiancò in volto. “Mi consigliate di accettare questi... orrori?”

“Sto soltanto dicendo che col tempo vi converrà arrivare a un compromesso” disse lui.

Nonostante l'oppressione che sentiva nel corpo la sua mente era lucida. “Sono sicuro che riuscirò a farvi ottenere condizioni migliori.”

“Condizioni migliori? Volete dire che in linea di principio accettate questa proposta? Accettate questo? Vi pensavo un uomo coraggioso e un amico e invece lascerete che lei mi trascini nel fango?”

“Non le credo quando dichiara che le condizioni non sono trattabili, sono sicuro che riuscirò a ottenere di più.

La sua prima offerta di due o tremila ghinee vi sistemerebbe, con cinquemila sareste ricca.”

“Questo non può cancellare il suo comportamento indegno, le minacce e la costante ostilità! Io ero legalmente sposata. Legalmente!” protestò Angélique. “Non dovrei chiamarmi signora Struan? Non dovrei metter piede a Hong Kong, dovrei lasciarmi ingiuriare in quel modo, come si permette?

Come se fossi... una criminale!”

“Avete ragione. Tratterò per voi.”

“Jésus. La voglio umiliata, annientata.“

“Anch'io, ma non è ancora il momento.”

“Cosa?”

“Il grande Dirk Struan ha offeso la famiglia di mia madre, i Tillman, molto gravemente, sebbene non quanto Morgan” rispose lui con un sorriso crudele. “E se distruggerò i Brock, perchè non gli Struan?

Per me è lo stesso. Ci gusteremo insieme la vendetta boccone dopo boccone.”

“Davvero?” Angélique sentì un'improvvisa vampata di calore al bacino, Gornt le sembrava molto sicuro oltre che bello e forte. “E come?”

“Ditemi prima qual è stata la reazione di Skye.”

“Mi ha subito detto di oppormi, mi ha mostrato i documenti che ha preparato da mandare a Hong Kong, a Londra e a Parigi e...”

“Parigi? Perché a Parigi?” Lei gli spiegò la questione della “tutela dello Stato”.

“Dice che se Parigi mi riconoscerà sotto la tutela della Francia vinceremo, che il matrimonio verrà dichiarato legale secondo la legge francese e che sarò io a dettare le condizioni, non lei.”

“Vi ha parlato anche della parcella, Angélique?”

Lei arrossì. “Questo non influisce sul suo consiglio.”

“Sciocchezze” ribatté lui con durezza. “Dobbiamo affrontare la realtà e capire le regole del gioco. Quel piccolo bastardo, scusate il termine, ma lo uso con cognizione di causa perchè lo è davvero, l'ho scoperto a Hong Kong, quel piccolo bastardo pensa soltanto al suo futuro, non al nostro, si immagina in un tribunale a difendere questa povera e bella vedova francese, a far sfoggio di eloquenza davanti alla giuria... e a farvi perdere tutto.”

“Non capisco... Perché?”

“Malcolm non ha proprietà.”

“Ma... ma il signor Skye dice che secondo la legge francese...”

“Svegliatevi, Angélique!” La voce di Gornt si fece ancora più dura.

Era fondamentale distoglierla da quello stupido e inutile risentimento.

Non appena era entrato nel boudoir e l'aveva vista con le labbra strette, fuori di sé dalla rabbia e con il foglio che le tremava tra le mani aveva capito che si trattava della lettera di cui Hoag gli aveva parlato e che, non essendoci nessun bambino, avrebbe dovuto far scattare il piano A. E di questo si era rallegrato moltissimo.

Fingendo di essere all'oscuro di tutto aveva salutato Angélique con la solita cordialità, ma sdegnando i complimenti lei gli aveva teso la lettera con impeto. L'ira la rendeva ancora più bella.

La sua passionalità gioverà a entrambi, aveva pensato soddisfatto. Ma adesso bisogna incanalarla e affinarla. “Skye è un pallone gonfiato! Svegliatevi!”

“Sono sveglia, lui non è... e non ci penso neppure a...”

“Ragionate! Usate il cervello, per l'amor di Dio! Chi rischia siete voi, non lui!” Per un attimo Gornt si chiese nuovamente che cosa contenesse la lettera alternativa di Tess, la proposta che ormai nessuno avrebbe letto. Hoag aveva detto che l'accordo con Tess prevedeva che, prima di consegnargli quella lettera, lui bruciasse l'altra senza aprirla.

Lo avrà fatto o prima di bruciarla avrà dato un'occhiata contravvenendo al giuramento? Vorrei proprio saperlo, ma non ha poi molta importanza.

“Angélique, cara Angélique...”

Gettò la lettera sul tavolo come se fosse sporca, mentre in realtà la riteneva un capolavoro, si alzò, andò a sedersi accanto a lei e le prese una mano.

“Parigi e la legge francese e tutto il resto servono soltanto a Skye, non a voi. E se anche vincesse, ma scommetto diecimila contro uno che sarà impossibile, la legge francese non sarebbe comunque riconosciuta da Tess e da Hong Kong...

Ascoltatemi” riprese deciso per prevenire un'interruzione. “Non abbiamo molto tempo e dovete essere accorta. Mentre vi indebiterete o vi ridurrete sul lastrico per pagare le spese legali, per non parlare delle sue parcelle, perderete la vostra unica possibilità. Skye possiede soltanto una manciata di dollari, non gli basterebbero nemmeno per andare a Hong Kong, figuriamoci a Parigi o a Londra! La sua è soltanto una fantasia.” Lei ritrasse la mano. Gornt rise. “Siete come una bambina viziata, e vi amo per questo.”

“Voi...

“ Angélique si interruppe. “E' vero?”

“Che vi amo o che vi considero una bambina viziata?” Cambiando il tono di voce lei rispose: “Tutt'e due”.

“Tutt'e due” disse lui con altrettanta dolcezza, poi le prese ancora la mano e sorrise quando lei tentò di sottrarla. Questa volta glielo impedì.

Con gentile determinazione la tirò verso di sé e la baciò. La reazione di lei fu immediata. Un giorno questa tensione diventerà piacere, pensò Gornt. Per entrambi. Appena staccate le labbra dalle sue abbassò il capo: aveva previsto quel tentativo di schiaffo.

“Buona!” esclamò come se parlasse a una cavalla imbizzarrita, soddisfatto di conoscerla tanto bene. “Su, state buona!” L'offesa non le impedì di sorridere. “Siete un demonio.”

“Sì, ma sarò un buon marito. Signora.” Il sorriso svanì dal volto di Angélique. L'ira si dissolse. Si alzò, andò alla finestra e guardò la baia. Intorno alle navi da guerra ferveva l'attività. Lui la osservò sperando di aver previsto correttamente la sua decisione. Dopo una lunga pausa lei disse: “Avete parlato di patteggiare, Edward. Come?”.

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